Una storia sconosciuta – Ovvero come per poco il lago di Paola non divenne Sanfeliciano

lago di paola2E’ una storia questa , che e’ sempre rimasta sconosciuta ai piu’ e ristretta nelle quattro mura domestiche di una famiglia Sanfeliciana , quasi che con il silenzio , se ne volesse dimenticare l’onta.
La raccontero’ , come mio padre , la racconto’ a me , tanti anni fa . Lui l’aveva trasformata quasi in una favola ricca di avventura e particolari , solo per renderla interessante ad una bambina piccola. Da allora non ricordo piu’ che l’avesse ripetuta ad alcuno . Anche per lui ancora , non era passato lo scotto dell’onta familiare , nonostante il fatto successe quando lui non era neppure  nato .il non dire era come un gene che dall’avo piu’ antico , si era trasmesso a tutta la sua progenie.
A questa conclusione , ci arrivai poi negli anni avvenire . Allora ero solo felice che il mio papa’ , mi raccontava queste storie fantastiche .

La  sera d’inverno , quando le giornate sono troppo corte e uscire faceva troppo freddo , mio papa’ si sedeva accanto al fuoco e soleva parlare con la mamma e con me . Poi mamma si dedicava alla cucina e papa’ chicchierava con me . Era molto orgoglioso della sua famiglia . Lui era un Tassini e portava il nome di suo nonno Alessandro , ovvero il mio tris-nonno . Il capostipite della famiglia Tassini in terra di Circe . Alessandro , raccontava mio padre, era  arrivato a San Felice dopo un viaggio di mille avventure, proveniente dalla citta’ di Bologna.
Chiedo venia, ma date e luoghi  che lui attraverso’ per arrivare qui non posso raccontarvele , perche’ non furono raccontate a me .
La famiglia  Tassini di Bologna  era una famiglia benestante , ma dopo aver avuto dei dissidi politici , fu invitata ad andare via dalla citta’ , se non avesse  voluto dare seguito ad altri provvedimenti . Cosi’ Alessandro insieme ad un suo fratello presero la via degli Appennini , in direzione sud.. La bellezza ed il clima del posto , gli fecero prendere la decisione di mettere fine al loro lungo viaggio . Il primo fratello si insedio’ a Terracina, Alessandro a San Felice. Avevano portato con loro denaro a sufficienza per iniziare a vivere nei due paesi . Il mio tris- nonno aveva naso per gli affari immobiliari . Avendo denaro liquido , comprava e rivendeva , lo prestava e ne riceveva gli interessi . In breve tempo divenne un personaggio conosciuto e importante . Sposo’  una bella ragazza del posto e costrui’ la sua famiglia. Girava sempre con un cavallo , poi con l’avanzare dell’eta’ , il suo mezzo di locomozione , divenne un carretto attaccato ad una mula., con cui visitava giornalmente le sue proprieta’ e trasportava gli operai da una vigna all’altra per i lavori stagionali . I suoi affari li faceva sul carretto . Non scendeva mai da li’, e con una  stretta di mano firmava  gli accordi . Tutti sapevano che Allessandro Tassini era preciso ed uomo d’onore.
Il benessere regnava in quella famiglia sempre di piu’ , man mano che la famiglia diventava grande e poteva aggiungere forza lavoro per portare avanti le sue attivita’. Produceva il vino piu’ buono di San Felice. , avendo piantato i vigneti sui terreni piu’ adatti a questa coltivazione .Commerciava il suo prodotto , dopo averlo trasformato , nelle cantine del paese.Con i soldi guadagnati aveva comperato case e terreni ed in piu’ messo da parte un discreto gruzzoletto .
Era considerato un ricco possidente , ma lui era restio a certa pubblicita’ perche’ aveva sempre paura di essere derubato . Era sospettoso e nascondeva  i soldi , non tutti nello stesso posto , ma in posti impensabili. La gente pensava che li tenesse nascosti persino nelle damigiane che servivano per contenere il vino . Si diceva che ne aveva parecchie piene di soldi . Povero  Alessandro !
Era un uomo di media altezza . Con i capelli bianchi ed i baffi come quelli del re di Savoia.Vestito come un contadino e la moglie, nonna Rosa , si curava che il suo abbigliamento , fosse pulito e rammendato .
Alessandro , quindi , curava personalmente i propri affari . Spesso andava a Terracina con il suo mulo e ed il suo carretto , perche’ era li’ la pubblica amministrazione ed il tribunale con le sue leggi . Una volta non c’era la strada provinciale  per raggiungere Terracina . Bisognava attraversare la selva , con la speranza di non fare brutti incontri .
Quando era nella cittadina, non mancava mai di andare a trovare il fratello . Ed e’ in una di queste visite che lui lo informo’ che Terracina voleva vendere il Lago di Sabaudia. Il fratello gli disse<< se avevo i soldi , lo compravo io>>Alessandro , nel tornare a San Felice , ci riflette’ per tutto il viaggio .A casa , la sera , coricandosi , con l’amata Rosa  la mise al corrente dell’episodio . Rosa era sempre stata una donna forte e condivideva con il marito , il senso degli affari . Immaginate questa coppia dell800, nel loro lettone a baldacchino tra lenzuola bianche e profumate di bucato che insieme, alla fine di una lunga nottata di riflessioni e conti e tornaconti , all’alba , mentre il gallo nell’aia annuncia il nuovo giorno , esclamare all’unisono << ebbene si!!!! Compreremo il lago di Paola!!!!>>i soldi c’erano l’entusiasmo c’era , l’affare era in vista, i guadagni sarebbero arrivati abbondanti . Il pesce le vongole , la selvaggina , sarebbero stati tutti fonte di guadagno . Alessandro e Rosa, pero’ non sparsero la notizia,. Lavorarono in silenzio per portare a buon fine i progetti per la compravendita del lago . Alessandro andava spesso a Terracina a parlare con gli addetti per perfezionare i termini del contratto e Rosa , la sera, lo aspettava per essere informata.Ad Alessandro , pero’ in uno di questi viaggi segreti capito’ una brutta avventura. Fu sequestrato e maltrattato da una banda di briganti che credevano di poterlo derubare di un ricco bottino . Dopo un giorno ed una notte, lo lasciarono andare, pesto e dolorante. Rosa, quando lo vide tornare con gli occhi pesti , ma vivo ringrazio’ il Signore. Alessandro guarito torno’ alla vita di sempre, nel frattempo a Terracina i termini degli accordi , furono definiti in maniera inequivocabile e scritti nero su bianco . Mancava solo la firma di Tassini Alessandro .
Il giorno seguente sarebbe dovuto andare a Terra ina , con tutte le sue damigiane piene di soldi per firmare il contratto e pagare per il lago di Paola. La sera , Alessandro e Rosa si andarono a coricare .Rosa con il rosario tra le mani , diceva le sue preghiere , Alessandro , tentava di  addormentarsi .
Lo stesso pensiero li colse entrambi .Schizzarono a sedere sul lettone ed esclamarono << e se domani nell’andare a Terracina con le damigiane , incontrero’ ancora i briganti ?>> il solo pensiero di perdersi , li fece rabbrividire. Si guardarono con occhi pieni di terrore , si abbracciarono smarriti  e rimasero cosi’ tutta la notte . L’alba li trovo addormentati l’uno nelle braccia dell’altro e nemmeno il canto del gallo riusci’ a svegliarli ..
Qualche giorno dopo Alessandro vide arrivare nella sua casa , il fratello che viveva a Terracina . << ciao fratello , qual buon vento?>> il fratello gli  racconto’ che il lago di Paola era stato acquistato da una famiglia di Sperlonga, gli Scalfatti.
Correva l’anno 1888.Clementino Battista , antenato della famiglia Scalfati , gia’ affittuario del lago di  Paola, acquista definitivamente la proprieta’ dello specchio d’acqua.( fonte : enciclopedia virtuale)
Alessandro si fece bianco , ma non disse niente al fratello . Ne delle sue intenzioni di comprare , ne perche’ aveva cambiato idea. Sapeva che il fratello lo avrebbe rimproverato perche’ sarebbe stato un ottimo affare e che non era da Alessandro , farsi scappare gli ottimi affari . Ci sarebbe andato di mezzo il suo onore , in quella vicenda . Alessandro e Rosa , per questa ragione vietarono ai figli di parlarne in giro . E talmente i ragazzi erano stati istruiti a dovere che anche con i loro figli non amarono mai parlarne con i dovuti dettagli  Ecco perche’ quando mio padre lo racconto’ a me , anche lui ne sapeva ben poco . Ma la storia e’ vera .
Le damigiane di soldi continuarono a rimanere ben nascoste , fino a quando Alessandro non decise di intestare ai suoi figli le sue proprieta’. Lui continuo’ la sua vita ancora per un po, girovagando sul suo carretto , trasportato dal cavallo . Un giorno , su per un sentiero il cavallo si imbizzarri, Alessandro perse l’equilibrio , cadde dal carretto e batte’ la nuca su uno spuntone di roccia. Mori’ all’istante . Ecco perche’ il mio papa’ogni tanto quando recitava quella poesia di Giovanni Pascoli in cui si parlava di una cavalla storna due lagrime le scendevano sul viso . Mio padre amava suo nonno , nonostante avesse perso l’affare di cui lui tanto si era vergognato perche’ solo per una volta si era fatto prendere dal sentimento di paura..
Galba….

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