Toponomastica di Latina: onomastica e storia delle vie della città di Latina
Il Comune di Latina e la toponomastica non hanno mai avuto un rapporto idilliaco e continuativo. Tranne occasioni di espansione della città ed altri rari casi, i cambiamenti toponomastici latinensi sono avvenuti nell’ambito di vere e proprie rivoluzioni: mai per gradi, un paio di intitolazioni ogni tanto, ma stravolgimenti di grandissime proporzioni in un unico momento, magari a risolvere problemi di varia natura che non si erano risolti prima.
La prima di queste rivoluzioni è avvenuta nel 1945, con la Liberazione: tutti i toponimi “politici”, ossia quelli riguardanti il Fascismo ed i personaggi della passata dittatura, sono stati cambiati in favore di nomi più adatti al nuovo periodo che stava incominciando. Ma questa rivoluzione è avvenuta in tutte le città d’Italia. A Latina, volendo fare le cose in grande, hanno anche soppresso toponimi “normali”, non politici, come Via Giovanni Cena o Via Pio VI, salvo poi però riutilizzarli alla prima occasione.
Poi le intitolazioni sono avvenute più o meno gradualmente, passo passo con l’espsansione urbanistica latinense, e per la seconda rivoluzione bisognerà attendere la fine degli anni ’70. In questi anni viene stravolta la pianta urbana di alcuni quartieri (si pensi, ad esempio, alla zona tra OBI e l’Istituto Einaudi oppure a dove oggi sorge il Centro Commerciale Panorama, ma non solo) e l’assetto toponomastico cambia assieme a quello viario. Toponimi riferiti a percorsi non più esistenti o privatizzati vengono depennati, nuovi nomi vengono trovati per nuove vie, ed alcune strade il cui tracciato non è stato per nulla, o quasi, sfiorato, vengono rinominate, senza un’apparente ragione.
La terza rivoluzione avviene negli anni ’90, e la vittima è la toponomastica dei borghi. I toponimi, che fino ad allora avevano ricordato le antiche figure della bonifica, le tradizioni locali, la fauna del luogo, vengono sostituiti in favore di nomi più “civili”, scienziati, scrittori, statisti greci, per cui non si era trovato spazio in città (ma si sarebbe potuto benissimo trovarlo). In alcuni casi, però, il cambiamento è stato anche comprensibile: basti pensare al caso di Borgo Isonzo dove, ai vecchi toponimi riferiti a pesci e fauna ittica in generale, sono subentrati personaggi locali e studiosi del Territorio Pontino.
Successivamente, durante tutto il corso della giunta di Ajmone Finestra, la situazione si è calmata: il Sindaco, molto attaccato al passato storico della città, ogni tanto dedicava vie e larghi a pionieri e personaggi locali (alcuni poco noti ai più, ma tant’è). Ma il quadro era destinato a peggiorare. Latina è stata oggetto di una nuova espansione e, negli ultimi anni, si sono create nuove aree di circolazione. Solo nel 2006 (almeno a partire dal 2006) il Sindaco Vincenzo Zaccheo ha deliberato l’intitolazione di nuovi toponimi per dàre un nome a strade altrimenti introvabili (tutto nacque dalle consistenti lamentele di cittadini che non ricevevano la posta). C’è da dire che, purtroppo, i risultati sono stati, in molti casi, discutibili e deludenti: toponimi doppione (due Via Gallura a pochi metri di distanza l’una dall’altra), grafie scorrette, didascalie sbagliate. Inoltre, la balzana idea di alcuni speciali “segue numerazione” (che individuano le traverse non con un nome, ma con la successione dei numeri civici della strada principale), proliferati a livelli coniglini, forse per lacune nella fantasia dei membri della Commissione.
Questo sito si propone di registrare tutti i cambiamenti e le prossime rivoluzioni, per aiutare i cittadini a scoprire chi è il tipo cui è dedicato il loro indirizzo e sottolineare tutte le cose che potrebbero essere migliorate, benchè le speranze che il Comune legga queste righe siano poche.
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