Il piano regolatore e d’ampliamento della città di Littoria realizzato dall’architetto Oriolo Frezzotti
Il progetto di Littoria è redatto quasi segretamente dall’architetto Frezzotti su indicazioni tecniche dell’ingegner Savoia, il primo nucleo dell’insediamento, il palazzo municipale e i servizi collaterali risultano di particolare modestia e lo spirito complessivo è da borgo ottocentesco, quasi manualistico. Poi giungono l’appropriazione di Mussolini, il successo internazionale e la complicità di alcune potenze; le dimensioni della città aumentano e si sviluppa il suo monumentalismo via via che dalla piazza centrale ci si allontana fino al perimetro esterno della città.
La città voluta dal suo progettista Oriolo Frezzotti si dilata a tutto il territorio circostante con una maglia radiale di strade che partono dall’area di Cancello di Quadrato, attuale Piazza del Popolo. Il Piano di Littoria, che risulta una sintesi tra lo schema a raggiera e quello ad anelli concentrici si inserisce nel dibattito europeo degli anni ’30 sullo sviluppo della città moderna. Dagli studi rinascimentali sull’importanza della città “radiale-concentrica” si giunge al modello “a ragnatela” che si prolungherà fino ai Borghi circostanti il nucleo storico.
Nel periodo che va dal 1934 al 1936, l’architetto Giuseppe Nicolosi per conto dell’Icp (Istituto Case Popolari) progetta un quartiere sperimentale di edilizia popolare di 500 alloggi adeguato agli standard europei del tempo per dimensioni e modalità di esecuzione dei lavori. La stazione ferroviaria, inizialmente modesta, viene ripensata sulla base dei nuovi obiettivi della città. Il progettato è affidato all’architetto futurista Angiolo Mazzoni, che disegnerà anche la sede dell’ufficio postale. Gli studi e i progetti dell’architetto Frezzotti, sempre sensibile agli avvenimenti esterni ed interni alla città stessa e alla modifica degli stili architettonici, risultano oggi una cronistoria illustrata del passaggio dalla prima impostazione paesana fino al monumentalismo del palazzo “M” al quale si è arrivati spinti dai rapporti italo-germanici.