Antica fontanella in travertino di Angelo Pelagatti
Mi chiamo fontanella antica in travertino
chiaro, son nata in piazza del Littorio,
ma poi,come non so, mi son trovata in
piazza del Popolo Sovrano
Da una vita mi trovo a ridosso del
monumento della palla, da quando
il duce s’ affacciato dalla loggia,
la balconata del maschio Comunale
Sapessi quanta gente ho dissetato,
bocche roventi, di nobili patrizi ,
borghesi raffinati, signori e poveracci
Tutti si son piegati innanzi alla mia
freschezza. Anche il duce, un giorno
con gli stivali, il fez e l’uniforme nera,
si dissetò, chinandosi al mio cospetto
Piegò il capo, e dopo aver bevuto
alla cannella,asciugandosi la bocca
con la mano, disse:” ammazza st’acqua
quant’è bona”
Io gli avrei voluto di è l’acqua della
storia,quella che viene giù dai tubi
di Littoria
E’ tanto tempo che scruto sta Città,
è nata semplice, spaziosa e silenziosa.
Adesso ,nella modernità, è diventata
stretta, caotica e smorfiosa
Poveretta, ha sostenuto un peso,
un’inimmaginabile sofferenza, fatta
di sfregi e offese quotidiane. Porta
ancora le cicatrici sulla schiena,
tutto, però, con dignità dovuta
Mi chiamo fontanella e son del segno
dell’acquario, son sorta in travertino
e porto l’acqua al cittadino.
Ancora oggi davanti a me, s’ inchinano,
balordi, fanti, cavalli e re.
(Angelo Pelagatti)