Campanilismo di Tassini Anna Elena
Sanfeliciani e Terracinesi .
Eppur, sono amici .
Tra San Felice Circeo,che e’ il mio paese, e la citta’ di Terracina, da sempre e’ esistita quella rivalita’ , che va sotto il nome di Campanilismo ‘.Ultimamente molto mitigata , perche’ in questa societa’ piu’ aperta , come tante tradizioni , anche questa si sta perdendo . Le nuove generazioni non vedono piu’ all’orizzonte, i confini del proprio paese , si sentono figli del mondo .E questa rivalita’ e’ destinata , come tantissimi usi e costumi,a essere chiusa nel cassetto delle tradizioni perse . Ora e’ solo motivo di ironia e battute scherzose, fra ragazzi che si prendono in giro,mentre mangiano una pizza insieme o sono compagni di banco a scuola o amici da sempre , mentre vivono chi a San Felice , chi a Terracina . Pero’ rilevo che ancora, nelle differenze caratteriali dei nativi di Terracina e SanFelice, c’e’ questo antagonismo sopito . Negli anziani e’ piu’ accentuato , forse perche’ appunto , come dicevo , lo hanno vissuto nel rispetto delle tradizioni .
E la storia che vi voglio raccontare io e’ molto lontana nel tempo , quando questi anziani di oggi , erano giovanissimi .
Il periodo?1936-1938.
Alessandro , classe 1924, completata la scuola primaria, viene iscritto dai suoi genitori ad una superiore a Terracina . Infatti Terracina e’ la citta’ piu’ vicina,dove poter continuare gli studi.I genitori di Alessandro, sono orgogliosi di mandare il figlio a studiare , perche’ dicevano,che uno in famiglia che sapesse le cose , era necessario . Oltretutto,Alessandro,aveva dimostrato intelligenza , capacita’ e voglia di studiare . Cosi aveva detto loro, il maestro D’antrassi . Bisognava assolutamente fare cio’ che diceva il maestro che a quei tempi , in un paese di contadini,che per la maggior parte,non sapevano ne’ leggere e ne’ scrivere , era considerato molto importante e potente . Bisognava fare la sua volonta’.
Alessandro, era un ragazzone che,per la sua generazione,era molto alto.Occhi vivaci,ed un bel sorriso . Legato alla famiglia,ma con la voglia di apprendere.Non ci penso’ due volte ad inforcare la bicicletta e prendere la via di Terracina per andare a studiare .
Di buon mattino,i ragazzi del paese, che andavono a scuola a Terracina,si riunivano nella piazza principale e poi, giu’ per la discesa della provinciale per Terracina( oggi via Roma), raggiungevano la Cona e da li,la strada, si snodava parallela al mare fino alla cittadina. 14 km , misurati tra il campanile della chiesa di San Felice Martire e il campanile della cattedrale di piazza Municipio a Terracina . Pioggia, vento e nebbia ,freddo e caldo, erano i loro compagni d’avventura. E non c’erano ripari e scuse, per ritardare l’inizio delle lezioni . Alle 8,dovevano essere tutti in classe . I professori , molto severi . Le giornate molto difficili , ma i ragazzi erano supportati dall’ottimismo proprio della gioventu’.
Cosi ,inizio’ l’avventura di Alessandro,che duro’ tre anni.Tre anni di Avviamento commerciale . Una specie di ragioneria dei giorni nostri . Avrebbe imparato a far di conto ed a gestire la parte amministrativa della famiglia che non era cosa da poco . E lui,ne era consapevole . Povero Alessandro! Quanti sacrifici!Eppure, alle 8 del mattino, era sempre puntuale in classe .
La classe.
La classe era formata di ragazzi di Terracina e San Felice. Naturalmente i piu’ numerosi erano i terracinesi . I sanfeliciani , forse quattro – cinque. Gli uni ,forti del numero, prendevano sempre in giro gli altri . Ogni giorno si sfottevano. Qualche volta ,venivano pure alle mani . Acredine , rancore e rivalita’ , si respiravano nell’aria . Ognuno per parte,si sentiva superiore all’altro . L’amicizia? Una chimera . Ed ogni giorno era cosi’. Rivalita’ per tutto . Studio , appartenenza, ragazze. I terracinesi non si ribassavano ai sanfeliciani ed i sanfeliciani ai terracinesi .
Tante volte,Alessandro,torno’ a casa con un occhio livido e molto spesso arrabbiato per gli screzi a scuola. Il suo papa’ , classe 1898, si accorgeva di questo suo malessere e per consolarlo gli raccontava che questa rivalita’ tra i sanfeliciani e i terracinesi , c’era sempre stata .
< Vedi Alessandro , nel corso dei secoli precedenti ,la faida tra i due paesi e’ stata portata avanti con lotte a colpi di grande intelligenza>cosi’ esordiva Antonio . <Il popolo sanfeliciano, si riuniva sotto il campanile della chiesa di San Felice Martire e davanti al gran consiglio degli anziani , studiava il modo di far pagare ai terracinesi,la boria,di considerarsi superiori .
Infatti, i Terracinesi, che non avevano digerito il fatto che il Papa aveva tolto loro delle terre , per donarle ai sanfeliciani , avevano cucito un enorme lenzuolo per far rimanere San felice al buio , coprendo il sole,quando sorge, all’alba. Infatti il primo sole del mattino , San Felice , lo vede apparire dietro la mastodontica roccia di Pisco Montano .
Quando i Sanfeliciani al mattino si svegliarono, si affacciarono dal Belvedere e si spaventarono . Il cielo,la’ dove sorge il sole, era coperto da un enorme lenzuolo . Il parroco , suonando le campane,chiamo’ a raccolta tutti i compaesani,per annunciare la notizia e per riunirli in chiesa a pregare affinche’ il Signore, avesse allontanato da loro,quella maledizione . Le povere donne si mettevano le mani in testa per la disperazione. E gli uomini non sapevano cosa fare .Tutte le preghiere e tutti i rosari , vennero snocciolati, per rientrare nelle grazie del Signore .Poveri sanfeliciani affranti !Tutti si preoccupavano per la mancanza del sole . < Come faremo senza!> dicevano < L’uva non maturera’ piu’ ed il grano non imbiondira’. Dovremo avere sempre il fuoco acceso per riscaldarci e il lumino, per illuminare le nostre giornate buie > tutti sapevano cosa voleva dire la mancanza del sole .I poveri sanfeliciani , passarono un brutto quarto d’ora . Poi all’improvviso , mentre tutti recitavano le preghiere ad occhi chiusi , udirono un grido di gioia , provenire dal Belvedere .< Sanfeliciaaaa!’, il sole , il sole!! Il soleeeeee!!!!! Ecco,il sole,ha bruciato col suo raggio infuocato , il lenzuolo . Il sole e’ nel cielo !!!> I paesani, in chiesa,all’udire queste parole , spalancarono gli occhi increduli e poi, accalcandosi all’uscita , correndo , raggiunsero il Belvedere ed affacciandosi,videro che veramente il sole saliva nel cielo .Grida di gioia , battiti di mani , abbracci e risate di sollievo,per lo scampato pericolo,furono il seguito di questa vicenda.
Per parecchio tempo , i sanfeliciani, ricordarono questo episodio con molta ironia e sarcasmo , perche’ avevano anche capito che poi , questi terracinesi , non erano cosi’ intelligenti .Eppur vero che loro avrebbero dovuto sapere che il sole non si puo’ oscurare.
Sentimenti di vendetta verso i terracinesi cominciarono ad insinuarsi,nell’animo dei sanfeliciani .<Bisognava fargliela pagare .>. Cosi pensavano . Poi i pensieri divennero voci . Voci sempre piu’ forti e cariche di risentimento.Il consiglio dei saggi , prima che a qualcuno venisse in mente di far l’eroe, andando a combattere i terracinesi da solo , indisse quella riunione del popolo per far si che se ci fosse stata ritorsione , la si sarebbe fatta , tutti insieme.Molti portarono le loro proposte , ma non era facile decidere la cosa piu’ intelligente da fare, in mezzo a tante idee. I saggi pero’, erano tali, perche’ sapevano tante cose e cosi proposero ,al popolo tutto , l’idea che sembrava la piu’ geniale.< Eh si , per dare una lezione a quelli , cosa meglio di una idea che di piu’ intelligente non ce n’era?>
I saggi sapevano che tra i motivi principali , per cui i terracinesi ce l’avevano con il popolo sanfeliciano, era perche’,secondo loro,questi ultimi, gli avevano rubato la terra. La terra,in quei tempi era un tesoro importante . Era un bene prezioso , come la moglie o un figlio , perche’,solo da essa,si traeva sostentamento,per vivere .< Bene ! Dissero !chi di male ferisce , di male perisce!> Cosi’ sentenziarono . I sanfeliciani adesso,avrebbero rubato loro la terra , davvero . Il popolo a questa idea, aderi’ pienamente e con entusiasmo . L’idea di rubare la terra ai terracinesi,era cosa ben accetta e considerata molto intelligente .
Si stilo’ un piano per poter gabbare i terracinesi .
Di buon mattino tutti gli uomini del paese , armati di zappe ed attrezzi per lo scavo ,si avviarono verso il confine con il territorio di Terracina . Avrebbero fatto una lunga muraglia,per delimitare l’intero confine . Tornarono a casa, stanchi ,ma soddisfatti .Nel frattempo, le mogli, avevano preparato tanti pezzi di sapone che sarebbero stati utilizzati nottetempo. Durante le notti seguenti,silenziosi,tornavano sul luogo del confine . Poggiavano il sapone alla base del muro,ci mettevano sopra i piedi e con le spalle spingevano all’indietro.Il sapone avrebbe fatto scivolare il muro all’indietro e cosi il confine si sarebbe spostato a discapito del territorio di Terracina . E cosi tutte le notti , per parecchie notti . I sanfeliciani quando iniziava ad albeggiare , prima di tornare a casa , misuravano la distanza tra il muro ed il sapone .< guarda , io ho spostato il muro di mezzo metro .> diceva uno e l’altro < e’ ancora poco . Domani notte dobbiamo fare in modo di arrivare ad un metro > erano diventati ingordi quei mandrilli perche’ anche per i sanfeliciani la terra era importante e piu’ se ne aveva e piu’ se ne voleva avere .
Finche’ i terracinesi si accorsero di questo fatto delittuoso . <I sanfeliciani ci stanno rubando la terra con il saponeeeee!> gridava lo strillone per le vie della cittadina.E dai con le campane per chiamare a raccolta tutto il popolo e decidere cosa fare .I saggi della cittadina ,chiamarono gli avvocati e questi decisero che prima di iniziare una causa per questioni di confine , bisognava misurare la terra .I terracinesi tutti ed i sanfeliciani tutti,si trovarono sul confine , ognuno dalla sua parte , il giorno convenuto dai geometri,per misurare la terra.Misura di qua , misura di la, alla fine quei poveri tecnici non fecero altro che dimostrare che il confine , non si era spostato di un centimetro . La’ stava e la’ era rimasto . I sanfeliciani rimasero delusi , mentre i terracinesi , ridevano a crepapelle. Pero’ poi i sanfeliciani realizzarono che e’ vero che loro erano stati degli stolti a voler allargare il confine con il sapone , ma anche, che i terracinesi , ci avevano creduto . Cosi cominciarono a ridere a crepapelle pure loro .Fini’ a tarallucci e vino . Ma nella leggenda questa storia c’e’ entrata e cosi tra i sanfeliciani ed i terracinesi il campanilismo e’ ormai mitico .
Cosi racconto’ Antonio ad Alessandro .
Cosi la racconto a voi che mi leggete .Confesso,pero’ , che io ,che scrivo, sono di parte, perche’ sanfeliciana , ma sono convinta che un terracinese la racconterebbe nella stessa maniera , invertendo i soggetti.
Alessandro continuo’ la scuola e si diplomo’ con il massimo dei voti , tra una scazzottata ed una risata . Inizio’ a far di conto per la sua famiglia, ma tra i suoi piu’ grandi amici ci stanno quei terracinesi , con cui si era gonfiato di botte .
Tassini Anna Elena