Gian Luca Campagna – Finis terrae noir mediterraneo
“Se si guarda al territorio di Latina con la lente d’ingrandimento si resta stupiti per due motivi: per la bellezza di un territorio che non s’è piegato alla volontà degli uomini e per l’incapacità degli uomini di non aver trasformato il territorio a loro uso e consumo. Quindi, da una parte hai una natura selvaggia che insiste sul lato mare e sui laghi palustri e dall’altra le storture e le contraddizioni urbane che non hanno concesso alla prima città del Lazio di vivere come fosse un’oasi felice”.
E forse per questo il romanzo di Gian Luca Campagna ha un titolo singolare, ‘Finis terrae’, dove il senso dello spazio è ‘delimitato’ dall’aspetto placido dei laghi salmastri e dall’infinito del mare, divisi da una lingua di terra, che forse ti fa capovolgere un territorio all’apparenza calmo ma che cova e sussulta di continuo.
E sempre per questo, forse, non siamo dichiaratamente a Latina, ma nell’ipotetica Villareale, che non è certo un non luogo, ma una cittadina di provincia seppure immaginaria, compassata e borghese, vigliacca e seducente, scossa da un delitto inquietante (un parroco trovato incaprettato), preceduto da un caso irrisolto (un bambino ucciso e seviziato 7 anni prima) e seguito da un’altra sparizione (una ballerina di un night club).
Chi indaga in questi casi da matrioska se non un giornalista, probabile alter ego del narratore Campagna, giornalista nella vita reale? Ma non è il solo a cercare un volto all’assassino. Ci sono anche un gruppo di donne, illuse e tradite dai rispettivi mariti, e un ex portiere di calcio, scommettitore incallito. Del resto, è sufficiente sbirciare la quarta di copertina per restare intrigati da una trama che non sai se possa mai appartenere a un solo genere o invece a una fusione tra i vari generi: “Un parroco che sapeva troppo trovato incaprettato nella canonica del suo borgo, un comitato ambientalista che scava nei segreti di una discarica e di una centrale nucleare dismessa, una prostituta di un night sparita nel nulla, una squadra di calcio che perde per pagarsi lo stipendio, un cronista indolente che non sa come impiegare il proprio tempo, un gruppo di imprenditori che avvia una centrale a biomasse per dare futuro a se stessi, un gruppo di amiche sull’orlo di una crisi isterica per i tradimenti dei mariti, una commessa di una boutique che aspetta ancora il principe azzurro, un ex calciatore col vizio della cocaina, un faccendiere serbocroato che tratta puttane, calciatori, scommettitori come se fosse ancora un cecchino durante l’assedio di Sarajevo. E sullo sfondo lo Scirocco che avvolge una città, sospesa tra mare, laghi paludosi e macchia mediterranea, in una sorta di finis terrae”.
Gian Luca Campagna (Latina, 1970) è copy nel mondo visionario della comunicazione pubblicitaria, ghost writer nel mondo iperbolico della politica, giornalista nel mondo verosimile della cronaca, romanziere nella vita reale. Usa l’ironia a piccole dosi e si tutela talvolta col sarcasmo, fischietta Eleanor Rigby nella versione rude dei Pain, diffida degli astemi e non pranza mai di mercoledì.
Ha pubblicato un numero enciclopedico di racconti e il romanzo Molto prima del calcio di rigore (Draw Up, 2014).