È STATA conosciuta fino a oggi come la Villa dei Quattro Venti, maestosa residenza d’ epoca sillana in cui si riteneva che il trumviro Marco Emilio Lepido avesse trascorso il suo esilio fino alla morte, nel 13 a.C. Ma quella magnifica struttura nel cuore del Circeo, con tutta probabilità, non fu una nobile dimora, bensì un santuario. Durante l’ esilio, quindi, Lepido non soggiornò tra quelle mura, ma – come sostenuto già nel ‘ 900 dall’ archeologo Giuseppe Lugli – in una residenza sulle sponde del lago Paola: quella che successivamente sarebbe diventata la Villa di Domiziano. Sono scoperte che riscrivono la storia del Circeo e ridisegnano le sue mappe archeologiche, quelle emerse nei quattro anni di studi condotti dalla Sapienza con il supporto del Parco nazionale del Circeo e della Soprintendenza ai Beni archeologici del Lazio. Scoperte che verranno presentate martedì prossimo a Sabaudia nel convegno “Il patrimonio archeologico del Parco Nazionale del Circeo: i risultati degli ultimi anni di studi e ricerche”. «Siamo partiti dalla “Forma Italiae” di Lugli del 1928 per rimettere in discussione quel che si sapeva fino a oggi», racconta Diego Ronchi della Sapienza, direttore tecnico del progetto. Le indagini effettuate, sia con Gps che con rilievi fotogrammetrici tridimensionali e con prospezioni georadar realizzate dall’ Ingv, hanno permesso di ricostruire l’ area in 3D e di realizzare le straordinarie scoperte. «Le indagini georadar hanno rivelato tracce di molte strutture sotto la Villa dei Quattro Venti. Ma a farci identificare quel sito come luogo di culto è stato il ritrovamento fortuito di un’ iscrizione», racconta Ronchi. Si tratta, spiega Alessandro Maria Jaia, docente di Aerotopografia archeologica della Sapienza e direttore scientifico del progetto, «di un’ iscrizione votiva, una dedica rivolta a una divinità che non abbiamo ancora identificato, anche se stiamo lavorando su alcune ipotesi. È un ritrovamento di fondamentale importanza perché cambia la lettura corrente del monumento». Lo studio dei bolli laterizi nella Villa di Domiziano ha consentito di “completare” quella storia, aggiungendo un indizio per la collocazione della dimora d’ esilio di Lepido. Non solo. Le ricerche hanno prodotto un’ immensa mole di materiale, su cui si baserà ora «la valorizzazione dell’ area archeologica, vero obiettivo di questi anni di ricerche – spiega la Soprintendenza – Con questo progetto abbiamo voluto promuovere la conoscenza del territorio da parte dei cittadini, perché si tratta di un patrimonio immenso che lega natura, storia e cultura. Il Circeo è come un grande libro di storia con pagine antichissime che risalgono fino alla preistoria». «Puntiamoa realizzare, grazie al materiale raccolto, prodotti di realtà aumentata che ricostruiscano virtualmente i monumenti per com’ erano e consentano ai visitatori di immergersi in un mondo ormai scomparso – conclude Ronchi – Ora abbiamo bisogno di finanziamenti e di supporto tecnico nell’ elaborazione delle applicazioni perché il nostro sogno si possa realizzare».
Fonte Repubblica 11 aprile 2013
Per approfondire puoi andare sul sito www.circei.it