Il Jurassic Park Pontino: uno sguardo geologico al nostro paesaggio – Le maldive dei Lepini
Le Maldive dei Lepini
Nel precedente articolo, abbiamo trattato il paesaggio paleolitico della Pianura pontina dominato dal famoso uomo di Neanderthal.
Ora, ci sposteremo verso Nord-Ovest e saliremo di altitudine fino ad arrivare alla catena montuosa degli Appennini, e trovando qui una situazione geologicamente ben diversa. I rilievi appenninici che delimitano a nord-est la pianura pontina sono i Monti Lepini ed i Monti Ausoni. Questi ultimi fanno parte di una successione carbonatica di età compresa tra il Cretacico e l’Eocene; quindi le rocce calcaree-marnose che si possono trovare su questi rilievi, risalgono a un’ età compresa tra i 145,5 e i 0,2 milioni di anni fa!
Sorge un quesito: come si sarebbe presentato il territorio che ci circonda, nel periodo in cui vissero i dinosauri ( tra i 251 e i 65 milioni di anni fa), dato che la conformazione rocciosa degli Appennini è ascrivibile a quel periodo?
Per rispondere a questa domanda, si possono utilizzare i fossili guida, ovvero dei fossili di organismi vissuti esclusivamente in un determinato lasso di tempo geologico per poi evolversi o estinguersi del tutto; è il caso, questo, delle rudiste: gruppo di Molluschi bivalvi che, durante il Giurassico superiore, si differenziò dalle altre specie per la forma molto curiosa assunta dalla loro conchiglia: quest’ultima, generalmente di forma cilindro-conica, era provvista di due valve tra le quali erano racchiuse le parti molli dell’organismo. Questi organismi vivevano fissati al fondo tramite l’estremità di una valva inferiore, particolarmente sviluppata, mentre, l’altra valva, molto ridotta, assumeva l’aspetto di un opercolo mobile che si incernierava a quella fissa per mezzo di grandi denti e fossette. Questi molluschi raggiunsero notevole importanza nel Cretacico, alla fine del quale si estinsero.
Queste conchiglie fossili sono largamente diffuse, sui Lepini, in località come: Terracina (Monte S.Angelo), Sonnino, Maenza e Carpineto Romano.
Si presentano anche in grandi blocchi (“calcari a rudiste”), in quanto erano dei costruttori di scogliere, come i coralli odierni, e le loro colonie nel tempo generavano lagune poco profonde ed isolotti, come gli atolli dei mari tropicali di oggi. Durante il Cretacico, periodo durante il quale visse il terribile Tyrannosaurus Rex (principalmente in America e in Asia), il nostro territorio era occupato quasi interamente dall’acqua, immerso in un mare primordiale che ospitava migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi ed echinodermi; con buona approssimazione e un pizzico di immaginazione, ci saremmo trovati di fronte ad un paradiso tropicale pieno di colori, simile in molti aspetti agli atolli delle Maldive, senza però né amache e né cocktail serviti in spiaggia!
FONTI: Guide geologiche regionali: Lazio, (Società geologica italiana)
Riccardo Gasbarrone